La Marina consegna il Monumento a Brindisi. Ma non basta: ora aprite quella porta

Brindisi diventa proprietaria del suo simbolo più fotografato, dello sfondo di ogni cartolina: il monumento al Marinaio d’Italia. Paradossalmente è lì ma apparteneva ad altri. La Marina militare ne possedeva le chiavi, ne gestiva gli orari, si sarebbe dovuta occupare della manutenzione. E’ sufficiente salire per le scale, osservare le condizioni in cui si trovano, sentire l’odore della muffa e dell’umido che ammorbano le salette museali chiuse per impraticabilità lungo il percorso che porta in cima per comprendere che di manutenzione ne è stata fatta poca, così come il parco sottostante, abbandonato.

Ora il Monumento è stato consegnato dalla Marina al Demanio di Bari che lo ha consegnato al Comune di Brindisi. I militari potranno continuare a utilizzarlo per le cerimonie e il suggestivo santuario che si trova nella cripta alla base del “timone” ricorderà per sempre i caduti in mare. La città potrà rientrare in possesso anche del parco sottostante per attrezzarlo finalmente in maniera adeguata e dignitosa.

Ma l’operazione di riconquista di ciò che appartiene alla città, ancora vincolata agli anacronistici divieti militari, non può non passare dalla riapertura del “muro di Berlino” brindisino: la porta Thaon de Revel, ossia lo sbarramento che si trova in fondo al lungomare, nella zona Sciabiche, e che impedisce il passaggio sulla restante parte di banchina, sino allo sbocco del Cillarese.

Ironia del destino, fu proprio l’ammiraglio De Revel a indicare Brindisi come il porto in cui realizzare il Monumento al Marinaio.

La restituzione del “timone” potrebbe essere, e speriamo lo sia davvero, il preludio per l’abbattimento di quel muro e la riconsegna della banchina dell’arsenale alla città, riunendo finalmente tutto il lungomare di Brindisi che, con i lavori di rifacimento in via Del Mare, realizzerebbe l’antico sogno di una città davvero abbracciata dal suo porto.