Oria, voto di scambio: il presidente delle assise e altri cinque a processo, ma si rischia un rinvio

Si dovrebbe celebrare tra qualche giorno, il 23 settembre, l’udienza del processo a carico del presidente del Consiglio comunale di Oria, Antonio Metrangolo, e di altre sette persone, coinvolte a vario titolo nell’inchiesta per presunto voto di scambio, aperta dalla procura di Brindisi dopo le amministrative 2011. Si parla di buoni carburante per “comperare” le preferenze di alcuni tra gli elettori. 

Il condizionale –  si dovrebbe celebrare – è d’obbligo a seguito del riordino degli uffici giudiziari: l’udienza, già rinviata sette mesi fa dal giudice Gianmarco Galiano, era in programma presso la sede distaccata del tribunale di Brindisi a Francavilla, che però dal 13 settembre è stata soppressa. Di qui, l’incognita e lo spettro della prescrizione che – a questo punto – comincia ad aleggiare. 

Il fascicolo d’inchiesta era stato aperto dal pubblico ministero Raffaele Casto qualche mese dopo le elezioni comunali che, nel 2011, avevano portato Cosimo Pomarico sulla poltrona di primo cittadino e, tra gli altri, Metrangolo prima in Consiglio e – anche grazie alle 317 preferenze racimolate – poi alla presidenza delle assise. 

Delega i primi di aprile ai carabinieri di Oria, guidati dal luogotenente Roberto Borrello, e conclusione delle indagini a fine maggio, quando alle persone iscritte nel registro degli indagati sono notificati gli avvisi di garanzia. Oltre al politico, eletto nelle fila di Noi centro, sono successivamente finiti a processo: Giuseppe De Gaetani, 30enne; Donato Ottaviano, 45enne; Fernando Dell’Aquila, 52enne; Roberto Memmola, 55enne; Ubaldo Patisso, 59enne. 

Il castello accusatorio poggia sulla tesi che Metrangolo, durante la campagna elettorale, abbia «dato, offerto o promesso illecitamente utilità ad uno o più elettori, con l’aggravante della continuazione». Si tratterebbe, nello specifico di buoni benzina da dieci euro in cambio delle preferenze. 

Una tesi ampiamente contestata dai difensori Pasquale Fistetti e Roberto Palmisano, che peraltro già nell’udienza che si sarebbe dovuta tenere a febbraio avevano presentato numerose eccezioni preliminari.  

Posizioni divergenti, quelle degli imputati: qualcuno ha ammesso in parte, mentre il 31enne Pietro De Virgilis, la cui posizione è stata stralciata, non solo ha negato, ma ha denunciato formalmente anche un complotto ai suoi danni da parte di carabinieri e procura. 

Di questo si parlerà, se alla fine l’udienza sarà celebrata, il 23 settembre, a Brindisi. 

Eliseo Zanzarelli