Un milione e mezzo di euro per (ri)ristrutturare il Bastione e rinforzare le mura messapiche: i misteriosi lavori dei Beni Monumentali che il Comune rischia di pagare al posto della Regione

di GIANMARCO DI NAPOLI

In molti si sono chiesti come mai da mesi il Bastione San Giacomo sia “incartato”, chiuso al pubblico, coperto da impalcature. Ma come, si domandano i brindisini, se era stato restaurato e rimesso a nuovo un paio d’anni fa, diventando un superbo contenitore culturale, cosa altro c’è da fare?

Per scoprirlo è necessario infilare il naso nel reticolato che blinda il cantiere perché il cartello che per norma deve essere affisso, ben visibile, laddove sono in corso lavori pubblici si trova lontano, inavvicinabile e illeggibile, costringendo chi scrive a scattare una foto con lo zoom per riuscire a catturarne il contenuto.

Scopriamo così che ci troviamo davanti a lavori di “manutenzione straordinaria di immobili ricadenti nell’itinerario storico-turistico del sistema strategico difensivo di Brindisi”, realizzati sotto l’egida del settore Beni monumentali del Comune diretto dall’architetto Maurizio Marinazzo.

Un intervento ambizioso e pagato profumatamente: un milione e mezzo di euro che saranno anticipati dal Comune di Brindisi e poi rimborsati dalla Regione. O almeno così dovrebbe andare, perché le cose sono tutt’altro che chiare.

Il progetto prevede il consolidamento e la valorizzazione delle mura messapiche presenti tra Corte Capozziello e via Camassa (sotto piazza Santa Teresa) e poi (citiamo testualmente dai documenti del Comune) “la riqualificazione e la migliore fruibilità di tutto il sistema strategico difensivo di Brindisi con l’inserimento di adeguati sistemi di illuminazione, di attrezzature e strumenti atti a realizzare tutto quanto connesso agli aspetti espositivi, didattici e multimediali, di arredo, sorveglianza e anti-intrusione”. Alla faccia del bicarbonato di sodio, avrebbe detto Totò.

Nel progetto però non si parla direttamente del Bastione che pure è bello e imbacuccato e soprattutto munito del cartello del cantiere. La ditta appaltatrice è di Bari: la “Tieffe Costruzioni srl”. Direttori dei lavori, lo stesso responsabile del settore Beni Monumentali, Maurizio Marinazzo, e l’architetto Paolo Tagliamento.

Spulciando tra gli atti comunali scopriamo che la data di inizio dei lavori è il 7 luglio di quest’anno e che gli stessi saranno completati esattamente in 365 giorni, ossia il 7 luglio 2015. Ma restiamo perplessi e inquietati dalla scoperta che invece la Regione Puglia, pena la perdita del finanziamento, pretende (è scritto bene negli atti) che le spese siano rendicontate entro il 30 giugno 2015, cioè una settimana prima della scadenza dei lavori.

Rendicontare vuol dire non solo aver completato i lavori, ma aver superato il collaudo, emesso lo stato finale e pagato tutto, compresa la data di saldo. Insomma, sono necessarie settimane. E tenuto conto che la data di scadenza dei lavori non viene quasi mai rispettata, si legittima una concreta preoccupazione: il Comune sta anticipando il milione e mezzo ma c’è il rischio concreto che non venga mai rimborsato.

Ma in cosa consistono in realtà questi lavori? Apparentemente è un mistero. Il Bastione, che – ripetiamo – è stato recentemente integralmente restaurato, sia nella parte esterna che in quella interna, oltre alle impalcature non presenta segni di lavori.

E allora ci siamo detti: probabilmente avranno iniziato proprio dalla zona di via Camassa, quella che in effetti richiede un intervento deciso visto che da mesi l’antico muro è pericolante e la scalinata è stata chiusa perché chi la percorreva rischiava l’osso del collo. Ma in via Camassa (foto) non ci sono cantieri né tantomeno cartelli che li annunciano. Neanche una pietra è stata rimessa a posto a poco più di sei mesi dalla consegna dei lavori. E il celebrato muro messapico rischia di crollare davvero, altro che interventi di illuminazione e anti-intrusione.

Per sicurezza abbiamo compiuto un giro per le altre fortificazioni della città, pochine per la verità, pensando che magari qualcosa era stata già fatta altrove nell’ambito del progetto stilato dai Beni Monumentali, ma niente.

Nonostante questo, però, l’ultima nota singolare della vicenda: scopriamo che appena un mese dopo la data dell’inizio lavori, quindi il 7 agosto 2014, il Comune ha già pagato alla ditta barese il primo stato di avanzamento dei lavori: ben 251 mila euro. Quali lavori siano stati effettuati per un importo di queste dimensioni di sicuro lo sanno quelli dei Beni monumentali.

Un altro milione 250 mila euro saranno anticipati del Comune nei prossimi mesi con il rischio, più che concreto, che non vengano più rimborsati dalla Regione. E allora è forse legittimo chiedersi che venga fatta piena luce sul progetto, prima che sia troppo tardi.

Siamo certi che il settore Beni monumentali e l’architetto Marinazzo sapranno chiarire i legittimi dubbi e tranquillizzare la città. Che mostrino cosa è stato già fatto in questi mesi e quello che si conta di fare nei prossimi.

Certo è che a fronte di un milione e mezzo per le fortificazioni, Brinndisi resta una città nella quale alcuni tra i palazzi storici sono umidi (Nervegna) o sporchi e abbandonati (la Casa del turista). E in cui il suo simbolo, il Monumento al marinaio, è chiuso da mesi. Da quando la Marina ha pensato (male) di donarlo al Comune.