Il Comune spende 170 mila euro per costruire un bocciodromo. Giocheremo tutti a “raffa”

Mentre gli impianti sportivi cittadini sono fatiscenti e le società dilettantistiche sono con l’acqua alla gola perché non in condizioni di pagare il ticket per l’utilizzo delle strutture, il Comune di Brindisi decide di costruire un bocciodromo da competizione specialità “Raffa”.

No, non un campo di bocce nel quale gli appassionati e i pensionati possano andare a divertirsi, ma un vero e proprio impianto sportivo del costo di 170 mila euro.

La realizzazione del bocciodromo, che verrà costruito tra viale Grecia e viale Irlanda, al rione Bozzano, è stata votata all’unanimità dalla giunta comunale. Prevede un minimo di tre corsie di gioco in impianti al coperto, una zona destinata alla giuria, un’area riservata a dirigenti e tecnici accreditati, un locale per il primo soccorso, i locali per i controlli antidoping, almeno due spogliatoi per gli atleti, un zona servizi igienici, almeno due spogliatoi per gli arbitri dotati di doccia, un magazzino e spazi per il pubblico, con un minimo di 90 spettatori.

L’ufficio Pubblica istruzione e Sport ha redatto un progetto da 170 mila euro che è stato approvato all’unanimità dalla giunta e che sarà finanziato attraverso l’accensione di un mutuo. Quindi alla fine l’impianto verrà a costare almeno il doppio.

A Brindisi esiste un’unica associazione sportiva che pratica lo sport delle bocce, iscritta ai campionati dilettantistici, l’Associazione bocciofila Bozzano che fa capo a Cosimo Denotarpietro e che si allena in un impianto di via Lussemburgo. L’impianto già esistente, realizzaro nel 2000, è di 500 metri quadrati con 200 metri di parcheggio, due campi coperti, tribuna da 100 posti e spogliatoi.

Ora, ci si domanda, che senso ha realizzare un impianto di queste dimensioni a Brindisi quando quelli esistenti, che ospitano un numero superiore di discipline sportive e di utenti, sono fatiscenti? E soprattutto, quel denaro forse poteva essere utilizzato per aiutare le società dilettantistiche nel pagamento dei ticket che ammontano complessivamente a 100 mila euro e che rischiano di scomparire?