La preside fa il sondaggio con i bambini sulla mensa. La risposta di Senza Colonne

Dalla professoressa Elvira D’Alò, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Santa Chiara riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera, con risposta di Gianmarco Di Napoli.

Gent.mo Signor Gianmarco di Napoli Direttore Senza colonne Brindisi

Come sempre in diretta con il Suo giornale, mercoledì mattina 4 febbraio scorso, intorno alle ore 10.30 ho letto un articolo sul servizio mensa dal titolo “Pasta scondita, verdure da capre e mele con la buccia: la mensa scolastica raccontata da un papà, Che venga il sindaco a controllare” afirma di Nicola Diana Brindisi.

Dal momento che avevo mangiato venerdì, lunedì e martedì con gli alunni, le insegnanti, i collaboratori scolastici e con alcuni genitori e ho trovato insieme a loro di ottima qualità i cibi serviti, espresso giudizi molto positivi e, pertanto, del tutto difformi da quelli dell’autore dell’articolo.

Ho pensato a che cosa potevo fare per smentire le accuse non documentate (non si capisce a quale scuola e a quale mensa fa riferimento…) Scrivere un articolo per smentire, per dare un’altra versione dei fatti…? Allora, che fare? Mentre arrivavo nei plessi dove gli alunni consumano i pasti, ho pensato che avrei fatto esprimere proprio loro, protagonisti e fruitori quotidiani del servizio. Ma come? con quale strategia far manifestare il loro pensiero libero e spontaneo? Un questionario con indicatori costruiti/ scelti da loro stessi. Individuo una classe seconda, alunni di sette anni.

Chiedo cosa dicono alla loro mamma quando prepara qualcosa che piace tantissimo: Buonissimo, delizioso è la risposta unanime. E se vi piace e basta? Buono E se lo mangiate senza grande piacere? Sufficiente Ma se non vi piace proprio per niente? Sgradevole, insufficiente Trovati gli indicatori e scritti alla lavagna chiedo di usarne uno come risposta a come avete mangiato venerdì, lunedì e ieri ? Distribuisco con l’aiuto delle maestre dei foglietti bianchi e li invito a scrivere la risposta ognuno per conto proprio pensando ai cibi consumati.

Nello stesso tempo con l’aiuto dei Collaboratori fotocopio per il numero delle classi (undici) gli indicatori faccio il giro di tutte le classi, trasformando la ricerca in un gioco piacevole per tutti, me compresa. Tabulo i risultati la sera stessa con il contributo di maestre che, volentieri, dopo gli scrutini del primo quadrimestre rimangono a scuola oltre l’orario previsto.

Sono pronta a spedire la tabulazione e la narrazione della sua ideazione il giorno dopo ma ricevo la spiacevole notizia che non Lei non avrebbe pubblicato in quanto sarebbe stata una risposta troppo di parte all’articolo di quel genitore citato all’inizio di questa mia.

Carissimo Direttore, mi permetta di dissentire del tutto dalla Sua decisione in quanto proprio perché avrei potuto essere giudicata di parte, ho utilizzato uno strumento neutro, costruito in tempi rapidissimi e ho sfruttato la spontaneità emotiva dei bambini, di sicuro non guidati o peggio indirizzati. Sono convinta che il Direttore di un giornale a stampa o digitale debba comunque seguire sempre lo stesso criterio di scelta: pertanto Le chiedo perché pubblicare una informazione, (questa sì forse strumentale???…) e non un’altra?

Perché non dare voce anche a chi può contraddire una notizia supportata da un dato documentato e documentabile? (i foglietti delle risposte di tuti i bambini sono tutti gelosamente conservati nel mio cassetto). Grazie per aver dedicato la Sua attenzione a questa breve narrazione ed a questo quesito .

Distinti saluti. Elvira D’Alò

P.S. Mi scuso per il ritardo con cui invio questa mia, provocato dai numerosissimi impegni di fine quadrimestre. Ritardo che non cambia il contenuto né il significato del messaggio.

Gentile Preside, la lettera inviataci dal genitore (così come tutte le altre pubblicate finora) indicava con precisione la scuola, la classe e l’orario del servizio, in più allegava anche le immagini con i piatti contestati e infine era completata dal numero di telefono. Dopo averne appurato l’attendibilità, oltre a pubblicare l’articolo, ci siamo sentiti con il sindaco Mimmo Consales al quale – come abbiamo sempre fatto in queste settimane – abbiamo segnalato l’episodio, ottenendo da parte sua un impegno a effettuare ulteriori verifiche nell’ambito di una continua e costruttiva collaborazione, per i bene dei bambini. Non dei gestori della mensa.

Fatto sta che nei giorni successivi non abbiamo registrato altre lamentele e riteniamo, penso giustamente, che il nostro apporto sia stato utile a una ottimizzazione del servizio. Egregia Preside, come fa a giudicare strumentale la segnalazione giunta da un padre preoccupato? Sì, era indubbiamente di parte, ma dalla parte dei bambini, la stessa dalla quale ci collochiamo noi, con forza, quando necessario.

Il suo sondaggio invece non era di parte, ma semplicemente inutile. Simpatica la sua scelta di impegnare tutto il personale della scuola a svolgere il sondaggio, ma mi chiedo quale attendibilità possano avere dei bambinetti di scuola elementare nel valutare la qualità del servizio mensa, per altro invitati a rispondere a un questionario dai loro stessi insegnanti? Io da bambino avrei risposto “ottimo” e che diamine. Non sia mai che io dia un dispiacere alla mia maestra.

Ma gli scolari secondo lei sono davvero in grado di capire se la pasta è scotta, se la carne è di qualità, se la verdura è fresca? Se i prodotti utilizzati per il confezionamento dei pasti siano a norma?

Cara preside, se lei avesse davvero ricercare la verità, invece di sfruttare la “spontaneità emotiva dei bambini”, e fare fotocopie a scuola avrebbe potuto chiedere la consulenza a esperti: nutrizionisti, cuochi e magari anche a un comitato di genitori. Questi sì che avrebbero voluto valutare la qualità del servizio. E magari certificarne la qualità. E noi avremmo pubblicato tutto dando la rilevanza che meritava.

Quanto alla parzialità delle valutazioni a cui fa riferimento, cara preside, beh lei è la coordinatrice del Comitato Mensa del Comune di Brindisi. Sarebbe stato davvero singolare se avesse sostenuto che il suo servizio non funziona.

 

Distinti saluti. Gianmarco Di Napoli