Salute di 600 cani a rischio: il Comune mette la “Brunda-Terraviva” fuori dal canile municipale

La salute di 600 cani messa a rischio per mesi a causa di una gestione approssimativa del canile: box puliti con acque non depurate e contaminate dagli stessi escrementi degli animali. E, si scopre, anche analisi di laboratorio che sarebbero state manipolate. Continua la maledizione del canile di Brindisi e oggi il Comune volta pagina in maniera clamorosa: avviato il procedimento per la risoluzione del contratto del servizio integrato di gestione del rifugio-canile sanitario comunale, sottoscritto il 25 novembre 2013 con l’Associazione Temporanea di Impresa “Brunda-Terraviva”. 

L’aggiudicataria ha ricevuto dall’Amministrazione Comunale, in fase di avvio del servizio, l’intervento di manutenzione straordinaria dell’impianto di depurazione delle acque sito all’interno della struttura allo scopo di rendere lo stesso perfettamente funzionante. Gli oneri di tale intervento manutentivo sono stati regolarmente riconosciuti e liquidati in favore dell’affidataria. 

In realtà, nel dicembre del 2014 l’ufficio veterinario della A.S.L. di Brindisi ha evidenziato una serie di criticità nella gestione del canile e, in particolare, per quanto riguarda le acque, è stato disposto il divieto di utilizzo delle acque provenienti dal processo di depurazione per il lavaggio dei box. 

Il 31 dicembre 2014, il Sindaco Mimmo Consales ha chiesto al laboratorio dal quale pervenivano le analisi prodotte dalla società “Brunda” la conferma sulla paternità delle stesse. 

Il laboratorio ha risposto che erano “reali” solo due dei citati rapporti mensili e quindi disconoscendo la paternità dei restanti rapporti. Da qui le contestazioni che immediatamente l’Amministrazione Comunale ha mosso nei confronti dell’affidataria, anche a seguito di numerosi riscontri da cui emerge che il canile versa in una situazione di evidente degrado.

A tali contestazioni il gestore non ha fatto seguire interventi concreti e quindi ricorrono tutti i presupposti per procedere con la risoluzione del rapporto contrattuale per grave inadempimento e malafede (il riferimento è alle analisi che, di fatto, non sono state effettuate visto che il laboratorio incaricato ha disconosciuto la paternità della documentazione fornita).

Di quanto accaduto il Sindaco Mimmo Consales informerà la competente Autorità Giudiziaria per i provvedimenti del caso.