Assistevano i ragazzi disabili a scuola: “Ora siamo considerate fantasmi”

“Siamo considerate fantasmi”: è il grido di rabbia di un gruppo di lavoratrici del servizio di integrazione scolastica la cui esistenza però non viene riconosciuta, neanche per eventuali supplenze. Intanto i ragazzi disabili che a Brindisi hanno diritto a un’assistenza scolastica sono quest’anno 29 in più ma il denaro previsto è stato ridimensionato. Con il rischio che la sicurezza di questi bambini non possa essere assicurata.

“Siamo un gruppo di lavoratrici della “Cooperativa Progresso e Lavoro 93” e “San Bernardo” ex gestori del servizio di integrazione scolastica e che hanno prestato servizio presso le stesse cooperative, chi per un anno, chi per 2 ed anche più tempo. Siamo diplomate, alcune anche laureate e nel corso di questi anni abbiamo conseguito, oltre che all’esperienza e la professionalità, attestati vari e siamo state regolarmente retribuite dalle Cooperative con i fondi del Comune. Inoltre, molte di noi, grazie proprio al nostro rapporto di lavoro con le Cooperative, siamo state ammesse alla formazione e inserite previa domanda, nei corsi di riqualificazione OSS – Operatore Socio Sanitario regionali che sono in fase di ultimazione. L’ambito territoriale pero’ non ci conosce, siamo inesistenti e nessuno ci riconosce il diritto al lavoro anche come supplenti.

Se ci sara’ bisogno e bisogno ce ne sara’. Chi chiameranno per le sostituzioni, noi? Che umiliazione e che assurdità, sentirsi dire di essere inesistenti, perchè per noi non ci sono i fondi, sempre la solita storia e sempre sulla pelle dei più deboli. I fondi non ci sono per noi ma, soprattutto non ci sono per quei bambini/ragazzi che già vivono in situazioni di difficoltà e che lottano ogni giorno per vivere una vita quanto più “normale” possibile con le loro famiglie. A tal proposito, quest’anno si sono registrati 29 casi in più rispetto a quelli dell’anno scolastico precedente, ma, l’appalto ha previsto 400 mila euro in meno, quindi più casi da gestire con meno risorse uguale meno personale. Il servizio non può essere affidato al personale della scuola, (collaboratori scolastici ecc.) perchè la stessa scuola ha tutto il personale necessario per la garanzia della sicurezza dei ragazzi?

La soluzione è richiedere fondi aggiuntivi per garantire un servizio di qualità agli utenti e creare più posti di lavoro visto anche che, le/gli attuali assistenti in servizio devono provvedere contemporaneamente a due o più utenti creando non pochi disagi a quest’ultimi. Di chi sarà la responsabilità se ad un utente, lasciato solo per assisterne un altro succedera’ qualcosa? Chi rispondera a quei genitori di eventuali danni al proprio figlio o figlia? Siamo lavoratrici madri, mogli o semplicemente ragazze che stanno cercando di difendersi dai tagli effettuati dal Welfare in questi anni e, pertanto, riteniamo sia giusto portare a conoscenza di tutta la collettività di questo ennesimo sopruso e chiediamo, a chi ne ha competenza, di intervenire e provvedere per risolvere questa spinosa e dolorosa situazione.

Un gruppo di operatori inesistenti