Bufera su Confcommercio Brindisi: “buco” da 800 mila euro. La giunta nazionale ne chiede la chiusura

Un buco da 800 mila euro, buona parte dei quali di tipo tributario e con l’Inps: bufera sulla Confcommercio di Brindisi, l’organismo di rappresentanza delle imprese impegnate nel commercio, nel turismo e nel settore terziario. I debiti sono stati scoperti nel corso di un’indagine condotta dalla società “Centro impresa online” per conto di Confcommercio nazionale. Subito dopo, la giunta nazionale di Confcommercio ha proposto la decadenza dell’organismo brindisino per gravi carenze economiche, oltre che per un deficit di “correttezza, trasparenza ed efficienza”. Sulla sorte di Confcommercio Brindisi, il Consiglio nazionale si esprimerà nella prossima seduta, prevista per i primi di ottobre.
Attualmente Confcommercio Brindisi ha un presidente, Alfredo Malcarne (che è anche presidente della Camera di commercio) e dal giugno 2015 anche un “direttore facente funzioni”, Claudia De Donno.
“Sotto il profilo contabile ed economico sussistono carenze gravissime”, è detto nel report. “I bilanci forniti non sono il risultato di una puntuale rilevazione degli accadimenti amministrativi, ma piuttosto una ricostruzione postuma della contabilità”.
Queste le principali posizioni debitorie: 124 mila euro di debiti per fondo Tfr; 127 mila euro verso Equitalia; 33 mila euro verso l’Agenzia delle Entrate; 29 mila con la Confederazione; 171 mila verso l’Inps per mancati versamenti alla data del 2 dicembre 2014; e infine (questione forse più delicata) 317 mila euro per contributi non versati.
Viene contestato a Confcommercio Brindisi l’utilizzo di due diversi codici fiscali, uno come “Confcommercio Brindisi” e l’altro come “Associazione del Commercio e del turismo della Provincia di Brindisi.
“Sotto il profilo associativo e amministrativo sussistono gravi carenze con riferimento allo statuto e alla totale mancanza di libri, registri e atti relativi allo svolgimento delle attività svolte da Confcommercio Brindisi e dagli enti della stessa partecipati”, si legge nel rapporto-denuncia.
E si aggiunge: “Confcommercio Brindisi non è stata in grado di dimostrare l’esistenza – prosegue – prima ancora che la regolare tenuta, di libri, registri e atti relativi allo svolgimento delle attività svolte dall’associazione e dagli enti partecipati”
Secondo la relazione, negli anni 2012, 2013 e 2014 “non sono stati consegnati tra gli altri i libri contenenti i verbali delle riunioni degli organi; le deliberazioni di approvazione dei bilanci; i mastrini, il libro giornale, i libri Iva, il libro inventario, i libri cespiti; i contratti relativi al personale e altri contratti in essere; i modelli F24 con l’attestazione di quietanza dei versamenti”.
Viene segnalato anche gli enti partecipati sono totalmente inattivi. Il presidente Malcarne sostiene che i debiti sono legati alla crisi degli ultimi anni.
Alla luce di quanto emerso, la giunta nazionale ha deliberato di proporre al Consiglio nazionale l’esclusione di Confcommercio Brindisi. Deciderà all’inizio del prossimo mese il Consiglio nazionale. Ma si ha comunque l’impressione che la vicenda non si concluderà così.