Pescatori scomparsi in mare, tanti misteri: quelle ricerche interrotte troppo presto

“Non sono emersi elementi che possano far prefigurare un naufragio”: con questa frase la prefettura di Brindisi, venerdì 17 marzo, ha interrotto le ricerche di Francesco De Biasi e Sante Lanzillotti, i due pescatori di Carovigno che avevano lasciato in barca il porticciolo di Torre Santa Sabina il 14 marzo e il cui mancato rientro era stato denunciato dai familiari il pomeriggio del giorno successivo.
Le ricerche dei due, effettuate con il consueto protocollo di emergenza (aereo e navale) che scatta in casi di questo genere, sono di fatto durate solo due giorni. Pochini rispetto alla possibilità che De Biasi e Lanzillotti fossero alla deriva. E la scelta di chiudere subito il caso, “visto il lungo tempo intercorso dalla scomparsa” (come dice testualmente la nota della Prefettura, a tre giorni dal possibile naufragio) rendono ancora più misteriosa una vicenda già inquietante.
La decisione della Capitaneria di porto, titolare delle ricerche, e delle altre forze di polizia – si legge ancora nel comunicato della prefettura – è stata condivisa “fermo restando che verrà svolta ogni ulteriore attività qualora emergano nuovi elementi”.
Qual è il significato della scelta di interrompere così presto le ricerche? Forse la speranza che non si sia trattato di un naufragio ma di un allontanamento volontario? La disperazione dei parenti dei due pescatori, sulla banchina di Santa Sabina, sembrerebbe certificare la convinzione che ai due sia accaduto qualcosa. Gli stessi familiari hanno smentito che un amico degli scomparsi, nella notte tra martedì e mercoledì avrebbe ricevuto una telefonata con richiesta d’aiuto.
I telefonini di De Biasi e Lanzillotti risultano irraggiungibili e spenti da quella notte. Sulla pagina Facebook di Lanzillotti solo tre messaggi: “Non ci posso ancora credere, spero che tutta questa storia abbia un lieto fine!”, scritto da una parente. E poi “Dai cuggí non ci puoi fare questi scherzi…. torna presto….e poi tu sei un ottimo nuotatore”. E infine “Enchia santiii ni la ste cumbinii??vi ci tuerni mè !tina ti prepara le fave”.
Lanzillotti ha alle spalle una lunga serie di vicende giudiziarie, coinvolto in inchieste su droga, rapine e altro, più volte arrestato dai poliziotti del commissariato di Ostuni. Ma i famigliari assicurano che sia lui che il suo amico erano impegnati in una battuta di pesca. E restano in attesa del loro rientro, con la speranza che non sia loro capitato nulla di irreparabile.