Preventivi gonfiati e assunzione di pregiudicati: l’inchiesta della procura sugli appalti Enel

L’inchiesta su presunte tangenti pagate dalle imprese per poter lavorare all’interno della Centrale Enel di Cerano assume contorni inquietanti e potrebbe avere sviluppi clamorosi: la procura di Brindisi (pm Milto de Nozza e Francesco Carluccio) indaga sull’ipotesi della creazione di veri e propri fondi neri, creati attraverso preventivi gonfiati, per pagare le tangenti. E sulla possibilità che tra gli operai siano stati assunti esponenti della criminalità organizzata. Un’indagine, è bene chiarirlo, nella quale la stessa Enel Produzione sarebbe parte lesa in quanto proprio una denuncia dell’azienda (che segnalava presunte irregolarità nella gestione dei lavori e nelle procedure delle gare) sarebbe a supporto dell’inchiesta.
Sotto la lente d’ingrandimento di una task-force costituita da carabinieri e guardia di finanza, le imprese che si spartiscono l’appetitosa torta della manutenzione della Centrale di Cerano.
Il sistema sarebbe imperniato su preventivi gonfiati ad arte e gare aggiudicate a prezzi sensibilmente superiori a quelli reali per consentire la creazione di fondi neri e il pagamento delle tangenti ai gestori del “cartello”. La regolarità delle operazioni sarebbe stata garantita dalle fatture emesse dalle imprese per l’importo, quello fittizio, aggiudicato nella gara. Lo stesso cartello imporrebbe alle aziende l’assunzione di personaggi della criminalità organizzata.
Invano gli inquirenti hanno chiesto chiarimenti all’imprenditore di Monteroni che si era incatenato per protestare contro mancati pagamenti e che si è trovato, suo malgrado, al centro dell’inchiesta. Un’inchiesta che potrebbe riservare svolte clamorose.