Brindisi 1943, dolore e morte nel porto

di GIANCARLO SACRESTANO

Nel cammino cronistorico che stiamo ripercorrendo, c’è un denominatore comune, il dolore, la sofferenza di una popolazione sfiaccata nelle energie e stanca. Mussolini è stato mandato al confino sull’isola di Ponza dove, ironia della sorte, incontra un suo acerrimo nemico, ma antico compagno di partito, il socialista Pietro Nenni.

Da lì, dopo alcuni giorni, verrà trasferito sull’isola di La Maddalena per poi ancora una volta essere trasferito a Campo Imperatore sul Gran Sasso, da cui il 12 settembre sarà “liberato” dagli amici tedeschi, con l’operazione “quercia” per essere trasferito, al sicuro, in Germania.

Sin dalla fine di luglio e per tutto il mese di agosto, l’Italia di Vittorio Emanuele III e Badoglio cerca una exit strategy dalla ingombrante alleanza col Furher e vengono avviate febbrili e riservatissime consultazioni interne al governo e tra le più alte personalità del regno, alla ricerca della soluzione possibile. L’allontanamento del re da Roma è condizione che già si consolida tra le opinioni delle alte cariche dello Stato.

Mentre nei palazzi della politica di Roma si piange la misera fine del ventennio fascista e si cerca una via d’uscita, anche poco onorevolel’Italia, soffre e muore. Se c’è un denominatore comune della guerra, di ogni guerra, quello è il dolore.

A Brindisi e nel Salento, la situazione civile era sotto lo stretto, massiccio ed efficace controllo militare dei tedeschi a cui competeva, insieme alle “deboli” forze italiane, l’azione di contrasto agli anglo-americani che erano sbarcati a metà luglio, in Sicilia e risalivano lo stivale.

La povertà delle condizioni di vita, non escludeva nessuno e per mangiare, quando era possibile, ci si accontentava dei prodotti della terra.

Emblematico per stabilire quale fosse lo spirito e le condizioni militari italiane, l’esempio di quanto avvenne presso la pista d’aviazione posta tra Oria e Manduria dove, a perenne memoria sono state collocate e ancora visibili, due targhe commemorative, la prima, recita: “Dal 14 luglio all’8 settembre 1943 il 5° stormo bomb. ASS. (i bombardieri d’Assalto della Regia Aeronautica presenti a Manduria erano circa 20 Reggiane RE 2002) operò da questa base aerea contro le truppe anglo-americane sbarcate in sicilia e in Calabria. 56 giorni di dura e impari lotta, molte le azioni di guerra tanti i caduti del reparto possano riposare in pace. La sez. AAA.-Reggio Calabria-PRES. Antonio D’Agostino – A perenne ricordo pose”. Manduria 14 luglio 1998.

Tra le tante, la storia del comandante del 5° stormo, l’appena 28enne Giuseppe Cenni, che scampato alla semidistruzione del suo reparto presso l’aeroporto di Crotone e ripresa l’attività da Manduria, veniva abbattuto, col suo Reggiane RE 2002 in aspromonte il 4 settembre 1943, da quel fuoco, che ancora non ufficialmente, ma in segreto, aveva già firmato l’armistizio con l’Italia.

A pochi centimetri dalla prima, un’altra targa, su cui si legge: “Da questo aeroporto di Manduria, nel periodo tra l’8 gennaio 1944 ed il 26 aprile 1945 equipaggi del 450° Gruppo da bombardamento pesante della Army Air Force degli Stati Uniti d’America, effettuarono, con i bombardieri B 24 Liberator, 265 missioni di guerra contro le forze dell’Asse. Possano i nostri colleghi, che fecero il supremo sacrificio, riposare nella pace eterna”. Ottobre 1989.

Quando si parla di dolore quale denominatore comune, non si proferiscono mai parole, ma un universo di emozioni.

A Brindisi, si contavano ancora i cadaveri recuperati dall’affondamento della nave ausiliaria “Città di Catania”, affondata a 8 miglia a nord della città dal sommergibile inglese UNRUFFLED P 46 e che aveva provocato 200 lutti, ma le azioni dei sommergibili inglesi di base a Malta e posti a sorveglianza del canale d’Otranto, mietono costantemente vittime.

Sabato 7 agosto – ore 02.45, Brindisi – In un cablogramma firmato dal Contrammiraglio Tommaso Panunzio si legge: “Nave Brindisi è stata attaccata da sommergibile nemico (in mare Adriatico di Puglia fra punto ‘B’ et punto ‘A’ Alt Siluri lanciati: quattro di cui tre scoppiati fuori bordo senza colpire nave et uno andato a segno at estrema poppa Alt Sommergibile avvistato sulla dritta at circa 500 metri Alt Nave Brindisi affondata at ore 23.05 circa Alt Tempestive disposizioni di salvataggio hanno permesso recupero di quasi tutto il personale”.

Il Regio Incrociatore Ausiliario “Brindisi” al momento del siluramento, solcava le acque a largo di Bari, quando fu raggiunto da tre (altra fonte) siluri lanciati dal sommergibile inglese Uproar. Le esplosioni provocarono l’immediato arresto dei motori principali e l’apertura di grosse falle allo scafo, attraverso le quali, la nave iniziò ad imbarcare grosse quantità d’acqua, con la conseguente, rapida immersione della poppa fino al ponte di coperta.

Fortunatamente il mare era calmo ed è stato possibile ammainare tutti i mezzi di salvataggio e con quelle condizioni, i naufraghi sono riusciti a prendere posto sulle scialuppe e sugli atolli e a rimanere nei paraggi del relitto, in attesa dei soccorsi.

Il successivo 22 settembre, lo stesso sommergibile Uproar, si rese protagonista di un altro affondamento, quello del traghetto, “Andrea Sgarallino” che collegava i porti di Piombino e l’isola d’Elba, ma questa volta, perirono nell’affondamento del traghetto 300 abitanti dell’isola.

Il 28 agosto 1943, il Comandante del Porto di Brindisi comunicò alla Direzione Generale, il seguente telegramma : “Giorno 27 corrente ore 10.40 at circa 40 miglia per 103 gradi da Brindisi piroscafo CITTA DI SPEZIA stazza 2474 – matricola Palermo 143 – con 54 persone equipaggio et numero 97 passeggeri di cui 95 militari et 2 civili alt Carico 230 tonnellate merce varia alt. Partito da Brindisi per Valona veniva silurato da sommergibile affondando subito alt. Mezzi Regia Marina et idrovolante accorsi hanno effettuato salvataggio naufraghi qui sbarcati et assistiti alt Numero salvati est 115 tra cui 37 marittimi dei quali 4 feriti alt Morti 2 militari R. Marina alt Scomparsi 34 di cui 7 marittimi 1 passeggero civile et 25 militari alt Indagini sommaria in corso alt”.

La terza parte di Brindisi Capitale d’Italia, sarà pubblicata il 6 settembre. Le puntate precedenti sono nella sezione “Storia locale”