“Inchino” della statua della Madonna davanti alla casa di un boss: indaga la procura antimafia

La processione con la statua della Madonna che viene fatta “deviare” per passare davanti alla casa di un presunto boss mafioso e omaggiare la di lui suocera, gravemente malata: la Dda di Lecce sta indagando su quanto avvenuto a Torchiarolo in occasione del corteo religioso in onore della Vergine del Galeano cui è dedicato un santuario poco lontano dal centro del paese.
La festa della Madonna si svolge nei giorni che vanno dal sabato Santo sino al martedì seguente a Pasqua quando la statua, dalla chiesa matrice viene riportata nella piccola cappella-santuario in campagna. Una processione e festeggiamenti degni di una festa patronale.
Questa volta però i carabinieri hanno atteso la fine del corteo per chiedere spiegazioni al giovane parroco, don Daniele Fazzi. Nel percorso dalla chiesa madre al santuario, la processione è stata fatta deviare davanti alla villetta in cui vive un uomo più volte accusato di far parte della Sacra corona unita. Quando la statua si è fermata davanti alla casa, la suocera del presunto boss, è uscita e ha donato una collana d’oro che è stata posta sul cuscino della Madonna. Poi il corteo è ripartito alla volta del santuario.
La processione era come sempre molto partecipata con fedeli giunti da tutti i paesi vicini e che sono rimasti sconcertati da quanto stava accadendo. Due sono stati gli esposti partiti, uno dei quali firmato da un componente dell’associazione “Madonna di Galeano” che ha segnalato l’ingiustificato cambio di percorso del corteo.
I carabinieri di Brindisi, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, stanno cercando di chiarire l’accaduto perché pare che lo stesso presunto boss avrebbe donato una consistente somma di denaro per chiedere il passaggio davanti all’abitazione in quanto la suocera, gravemente malata, non aveva la possibilità di recarsi in chiesa.
I carabinieri intendono ascoltare i qualità di testimoni il sindaco Fiovanni Del Coco e la responsabile dell’associazione “Madonna di Galeano”, Lina Miccoli.
Il parroco intanto sostiene che non c’è stato nessun “inchino” e che si è inteso solo dare conforto a una fedele gravemente malata: “Non sapevo di chi fosse l’abitazione né che la signora avrebbe donato una collanina d’oro che, come tutti gli ex voto, è stata depositata in banca”.
Il parroco sostiene per altro di essere rimasto lontano da quella casa: “Ero fermo lungo il percorso seguito dalla processione e non ho visto cosa esattamente è accaduto durante i due minuti in cui la statua è stata portata davanti a quella casa”.
Al rientro in parrocchia don Daniele Fazzi è stato raggiunto dai carabinieri che gli hanno chiesto spiegazioni “sull’inchino fatto dalla statua della Madonna davanti alla casa di un noto pregiudicato”. Il parroco smentisce categoricamente di aver ricevuto una donazione in denaro per far deviare la processione.