La folle notte di due trasfertisti sfrattati: dietro la tragedia di Mesagne la vendetta prima del trasloco

Non era un attentato a scopo estorsivo, ma forse solo una vendetta, perché erano stati sbattuti fuori da quella villetta. Potrebbero esserci motivi banali dietro la tragedia che è costata la vita a un uomo di 44 anni di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, morto nell’esplosione avvenuta in una villetta sulla strada vecchia per Francavilla Fontana, alla periferia di Mesagne.
Praticamente illeso il suo collega di 25 anni con il quale condivideva l’abitazione e che si trovava all’esterno dell’abitazione, a bordo di un camion carico di masserizie con il quale stavano facendo il trasloco.
La polizia di Mesagne e la squadra mobile di Brindisi, coordinate dal magistrato inquirente Valeria Farina Valaori, stanno cercando di ricomporre il puzzle di una tragedia terribile se paragonata alla banalità del movente che l’ha generata.
I due uomini erano trasfertisti dipendenti di una ditta che si occupa della manutenzione delle macchinette per le ricariche telefoniche. Vivevano in affitto da qualche tempo nella villetta di proprietà di un mesagnese che vive nel nord Italia e che l’ha affidata a un custode che ne gestisce le locazioni.
Per contrasti nati proprio con il custode, i due erano stati invitati a lasciare l’abitazione. Cosa che hanno fatto questa mattina intorno alle 4, dopo aver caricato su un furgone materassi, biancheria e altra roba. Ma prima di traslocare, il più anziano dei due avrebbe svuotato una tanica di benzina in casa e avrebbe dato fuoco. La saturazione degli ambienti ha provocato l’esplosione nella quale è rimasto ucciso.
L’altro, che si trovava all’esterno, è rimasto incolume e ha chiamato i soccorsi. Interrogato dalla polizia ha negato di sapere cosa sia successo nella casa, sostenendo che si trovava fuori ad aspettare l’amico. Ma la presenza della tanica di benzina vuota lascia pochi dubbi su quanto sia realmente accaduto.
Il giovane calabrese viene interrogato in queste ore in commissariato mentre il corpo del suo collega è stato trasportato all’obitorio del cimitero a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il pm dovrà decidere se disporre o meno l’autopsia e se prendere provvedimenti nei confronti del sopravvissuto.

(Foto Damiano Tasco)