Per non dimenticare Palmina: arriva a Brindisi anche il capo della polizia

Un concorso cinematografico contro la violenza sulle donne nel nome di Palmina Martinelli, la ragazza di Fasano (Brindisi) uccisa a 14 anni, nel novembre del 1981, per essersi ribellata alla violenza di chi avrebbe voluto farla prostituire, è stato organizzato dalla questura di Brindisi. La cerimonia di consegna dei premi si terrà lunedì 13 marzo, alle 10.30 al Teatro Verdi alla presenza del capo della polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Palmina, data alle fiamme nella sua abitazione, ebbe il modo di fare i nomi dei suoi aggressori prima di perdere conoscenza e spirare.
Ma nessuno è stato mai condannato per quell’orribile delitto e i due indicati dalla ragazzina furono assolti definitivamente dalla Cassazione nel’88. I famigliari hanno combattuto per ottenere la riapertura dell’inchiesta, tanto a Brindisi quanto a Bari. Il Tribunale di Brindisi ha dovuto fermarsi dinanzi al cosiddetto «ne bis in idem», il principio che impedisce di processare due volte la stessa persona per gli stessi fatti.
Ma, pur accogliendo la richiesta di archiviazione, ha raccontato un’altra verità che rende giustizia alla 14enne: Palmina fu bruciata viva perché non voleva prostituirsi e perché sognava di scappare via. L’inchiesta è poi passata alla procura di Bari. Il concorso, spiegano dalla questura, ha come destinatari i ragazzi delle quinte classi degli istituti superiori. Il cortometraggio dovrà servire a scuotere le coscienze su un dramma sociale che causa una vittima ogni 72 ore. Le ultime parole di Palmina rimasero registrate su un nastro: «Entrano Giovanni ed Enrico e mi fanno scrivere che mi ero litigata con mia cognata. Poi mi chiudono nel bagno mi tappano gli occhi mi mettono lo spirito e mi infiammano», disse Palmina prima di morire.