La scuola a teatro, per ritrovare la memoria della Shoah

“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”, così testimoniava Primo Levi in “Se questo è un uomo”, in cui raccolse e consegnò alla storia gli orrori di Auschwitz. 

Perché il segnalibro della memoria fosse sempre lì, nel libro dell’Umanità, già nel 2000, la Repubblica Italiana ha stabilito che il 27 gennaio di ogni anno fosse dedicato alla commemorazione delle vittime dell’Olocausto.
La scuola, come comunità educante ai principi e ai valori della convivenza civile, ha il dovere di cogliere questa preziosa occasione per fermarsi a riflettere, per permettere alla storia di continuare a far sentire la propria voce, l’urlo di disperazione di quanti sono morti a causa della follia nazista.
I primi a voler ricordare questo scempio di corpi, sogni, idee, speranze sono proprio gli studenti che, anno dopo anno, cercano e trovano il modo di rievocare attraverso immagini, suoni, colori, quello sterminio che sentono troppo vicino ai loro cuori per poterlo ignorare.
Il Majorana, insieme con altre scuole della città, oltre all’assemblea d’Istituto monotematica che si svolgerà sabato 31 gennaio, ha accolto l’invito di Fabbrica di Stelle, la nota scuola di recitazione sapientemente diretta da Jenny Ribezzo, che, per l’occasione ha allestito lo spettacolo “Una Varsavia ostile per i Dressner”, una storia drammatica in cui i destini di due cugini, Klaus e Itzach, cresciuti insieme, vengono divisi dall’odio razziale che l’uno, ariano, prova per l’altro, ebreo.
I giovani attori, pur lontani cronologicamente da quell’orrore, lo hanno rivissuto sulla propria pelle, interpretandolo e riuscendo a trasmetterlo al pubblico attonito dei loro coetanei.
Molti di essi sono nostri studenti. Li vediamo ogni giorno tra banchi, pc, libri e quaderni. Diligenti, studiosi, educati. La loro straordinaria energia, ben nascosta, esce solo a tratti. Ma sul palco si sono trasformati, diventando i personaggi, le persone di cui hanno vestito i panni: l’ufficiale delle SS, spietato e violento, la deportata calva e svuotata nel ventre e nell’anima.
I ragazzi ci stupiscono sempre. Quando siamo lì lì per perdere ogni speranza, sono capaci di accendere una luce, diventare il faro che ci guida verso una possibilità, un’alternativa migliore e più giusta a questa società imperfetta a cui cinicamente si rischia di assuefarsi giorno dopo giorno. Ed è in momenti come questo che si riscopre, ancora una volta, il privilegio di esser loro accanto, quotidianamente, supportandoli e imparando da ciascuno di essi, in un percorso che li porterà ad essere adulti migliori di noi che li abbiamo preceduti.
Grazie ragazzi! In virtù del vostro impegno, questa giornata della memoria, rimarrà scolpita. Nella memoria.
“Una Varsavia ostile per i Dressner
Direzione artistica di Genny Ribezzo, direzione organizzativa di Elena Funaro.
Con Gianluca Pantaleo, Sara Aiello, Marco Ungaro, Imma Quinterno, Francesco Buzzanga, Gainmarco Paolella, Michela Russo, Roberta Balsamo, Davide Cristofaro, Elisabetta Leone, Sara Distante, Luca Piliego, Francesca Guarnieri

Giusy Gatti Perlangeli