Pullen, il cecchino dallo sguardo glaciale: “Milano e Sassari favorite, ma noi cercheremo di stupire”

di GIANMARCO DI NAPOLI

Quello che colpisce di Jacob Pullen è lo sguardo. Glaciale. La stessa freddezza che ha sul parquet mentre prende confidenza con la retina del Pala Pentassuglia, allenandosi a metà campo con James Mays e i ragazzi dell’under 19 di Giancarlo Giarletti, sotto l’occhio vigile di Daniele Michelutti e Marco Esposito. Pullen ha gli occhi che ricordano quelli dei killer che Sergio Leone amava ritagliare con primi piani strettissimi al momento del duello.

I cecchini sono di due razze. Quelli folli e un po’ caciaroni come lo sono stati Bonaccorsi e anche Claudio Malagoli, infallibili dalla distanza ma innescati dalla “pazzia”, dall’estro, dalla voglia di eccedere e di stupire. E poi ci sono i killer. Poco più di dieci anni fa con la Benetton Treviso giocava Trajan Langdon che trascinò i veneti allo scudetto 2002-2003. Arrivava da Cliveland ed era specializzato nelle triple che realizzava con una freddezza glaciale.  Lo soprannominarono “l’assassino dell’Alaska”.

Ecco, non ci sorprenderemmo se un giorno Pullen diventasse per tutti “il killer dell’Illinois”.

“Ho visto il roster, ci sono ragazzi che conosco. Mi sembra una buona squadra. Certo, in questo campionato ci sono Milano e Sassari, ma insieme ai miei compagni cercheremo di sorprendere”, spiega nel suo primo incontro con i giornalisti, al Pala Pentassuglia.

 Lui e Marcus Denmon duellavano già ai tempi del college, anche se con canotte diverse, sfidando a chi ne metteva più dentro e ora si troveranno dalla stessa parte: “E’ un ottimo tiratore, penso che troveremo presto la giusta sintonia. Conosco bene anche Harper e Turner. E’ una squadra che ha un grande potenziale in attacco”.

Pullen (che ha scelto la canotta numero 0) spiega di aver imparato molto nella sua esperienza a Barcellona: “Giocare al fianco di campioni come Juan Carlos Navarro fa maturare molto e io ho tanta voglia di imparare e migliorare ancora. Ma ho seguìto sempre con grande attenzione il campionato italiano e ricordo ancora il calore del palasport di Brindisi quando ci ho giocato alcuni anni fa”.

Come da tradizione, molto prudente coach Piero Bucchi che comunque appare più rilassato dopo la vittoria in Germania: “Sono andati via Ivanov ed Henry che ringrazio e saluto, ma andare in campo con atleti che sapevano di dover andare via non era il massimo. Domenica avremo finalmente Pullen, anche se inizia ad allenarsi con noi soltanto da oggi, e Simmons che in coppa ha dato segni di grande miglioramento. Ci mancherà ancora Mays che non è in condizione di giocare: dà segnali di miglioramento ma per il momento non può rischiare”.

Ma Bucchi avverte su di sé il peso di una maggiore responsabilità ora che ha un paio di top player in più nel roster e che dunque ci si attendono risultati più importanti? “La responsabilità di un allenatore è quella di vincere più partite possibile e in questo momento questo è il nostro obiettivo. Partendo con due nuovi giocatori e dovendo poi recuperare anche Mays, si tratta di ritrovare tutti gli equilibri. Il nostro vero campionato comunque inizia domenica prossima”.