Brindisi Calcio, ecco le accuse dalla procura federale: la squadra verso la retrocessione in Eccellenza

Mentre la Brindisi calcistica prova a rialzare la testa nella speranza di potersi dare a breve un nuovo assetto societario che possa garantire lo svolgimento di un campionato tranquillo,a Roma la Procura Federale della F.I.G.C. affila le armi in vista del Processo sportivo che sancirà quello che sarà il campionato di competenza per il Brindisi Calci,invischiato, come è noto, nel procedimento disciplinare avente ad oggetto l’alterazione dei risultati di svariate gare di campionato fra Lega Pro e serie D con il coinvolgimento di numerosi tesserati nell’ambito di una maxi indagine della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro.
Proprio in questi giorni il Procuratore Federale ha ultimato la fase di studio dell’enorme mole di fonti di prova giungendo alla decisione di chiedere il deferimento di oltre trenta società calcistiche ed un numero impressionante di tesserati.
Il Brindisi, purtroppo, è fra le società per cui la Procura Federale ha ravvisato l’esistenza della responsabilità diretta ai sensi dell’art. 7 comma 2 e dell’art. 4 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva in ordine agli addebiti contestati ai propri tesserati Antonio e Giorgio Flora, nonché a titolo di responsabilità oggettiva ai sensi dell’art.7 comma 2 e dell’art. 4, comma 3 dello stesso codice in ordine agli addebiti contestati da Savino Daleno e Vito Morisco in occasione della gara contro il San Severo del 30 novembre scorso e di quella contro il Pomigliano del 14 dicembre scorso, nonché per responsabilità presunta ai sensi dell’art. 4, comma 5 per l’illecito sportivo commesso a proprio vantaggio da persone ad essa estranee ed il tutto con le aggravanti di cui all’art.7 comma 6 della effettiva alterazione delle stesse gare, del vantaggio in classifica conseguito, nonché della pluralità di illeciti posti in essere.
Cerchiamo di tradurre, in parole semplici, il significato di quanto sopra.
Al Brindisi viene contestata la violazione di alcune norme di comportamento e, in particolare, il primo comma dell’art. 7 che prevede come caso di illecito sportivo il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione ovvero ad assicurare a chiunque un vantaggio in classifica, completato dal secondo comma il quale sancisce che le società e i soggetti di cui all’art. 1 bis, commi 1 e 5 (tesserati), che commettono direttamente o che consentono che altri compiano, a loro nome o nel loro interesse, i fatti di cui al comma 1 ne sono responsabili. I primi due commi dell’art. 4 affermano che le società rispondono direttamente dell’operato di chi le rappresenta (cioè dell’operato di Antonio Flora, all’epoca suo presidente), anche per singole questioni, ai sensi delle norme federali e che rispondono oggettivamente, ai fini disciplinari, dell’operato dei dirigenti, dei tesserati e dei soggetti di cui all’art. 1 bis, comma 5 (cioè dell’operato di Morisco, Daleno e Giorgio Flora).
A questo punto, stante la gravità dei fatti contestati e le ammissioni rese dinanzi alla Giustizia Ordinaria dal presidente Flora,unitamente alle altre fonti di prova raccolte dalla Procura Federale, non poteva che esserci il deferimento e, nei prossimi giorni, dopo il rituale invio della comunicazione della conclusione delle indagini e l’eventuale ascolto da parte della Procura Federale di chi ne farà richiesta, sarà fissata la data del processo per illecito sportivo dinanzi al Tribunale Federale competente.
Quel che rischia il Brindisi in questo processo è noto a tutti in quanto se ne parla oramai da oltre due mesi da quel maledetto 19 maggio in cui gli sportivi brindisini si scoprirono macchiati di fango per colpe non loro ma di chi aveva tenuto le redini della locale squadra di calcio.
Queste le tre ipotesi sanzionatorie previste nei casi di illecito sportivo dal Codice di Giustizia Sportiva in vigore all’art.18: g) penalizzazione di uno o più punti in classifica; la penalizzazione sul punteggio, che si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso, può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente; h) retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza o di qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria; in base al principio della afflittività della sanzione, la retrocessione all’ultimo posto comporta sempre il passaggio alla categoria inferiore; i) esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore.
Tutto sembra propendere per la retrocessione nel campionato di Eccellenza, ma in attesa che la Giustizia faccia il suo corso e nella speranza che la Corte possa essere clemente, valutando nel giusto modo anche la circostanza che si verrebbe a punire una città vittima e non partecipe di questi fatti illeciti, non resta che continuare a lavorare nella normalità per consentire un futuro dignitoso al calcio brindisino.
Alessandro Caiulo